Legami di due culture diverse con stesso obiettivo “Festa delle farchie” in Abruzzo e “Taimatsu Akashi” in Giappone
|“Ma dai, e’ la nostra” “Credevo che la nostra sia unica del mondo ma …” “Che bello, esiste una festa cosi’ simile e loro hanno troato la nostra festa” “Cominciamo qualcosa buona”
Sono le parole dei giapponesi quando avevano visto le foto della festa delle farchie a Fara Filiorum Petri.
Infatti, sono veramente simili la festa delle farchie di Fara Filiorum Petri e un’altra si chiama “Taimatsu Akashi” di Sukagawa, una citta’ di circa 70.000 abitanti di provincia Fukushima, prutroppo famosa dei danni gravi dopo il terremoto nel 2011, sopratutto quelli radioattivi anche se Sukagawa non e’ della zona della centrale nucleare.
Oltre a visualmente, potrei dire che anche origini delle due feste siano simili.
Taimatsu Akashi naque dall’episodio della invaaione del 1589 e una protagonista dell’origine e’ una padrona di castello Sukagawa, si chiama Daijo-in. Nel 1589, un esercito di circa 23000 soldati ideo’ di attaccare Sukagawa, un regno di Daijo-in, la zia del capo “Date Masamune”. La notte del 10 ottobre, i dipendenti di Sukagawa androno alla collina “Tokayama” portando la farchietta ogniuno a mano e decisero di combattere anche se senza speranza mentre furono in circa 700. Il 26 ottobre, inizio’ la battaglia e quasi tutti morirono, fu bruciata tutta la citta’. Dicono che la festa cominciarono per pregare per i morti ma imaginano anche per un ricordo per la decisione coraggiosa per proteggere loro padrona e territorio.
Festa delle farchie di Fara F.P., invece, e’ legata all’episodio dell’invasione dei francesi.
La tradizione delle farchie stesse, ho letto che naque nel 1860 per la neccesita’ di esser illuminato il percorso di percorrere la statua di Sant’Antonio. Ma la fede per loro santo unirebbe sempre al “miracolo”, cio’ e’ Sant’Antonio proteggo’ il loro territorio dai francesi bruciando il bosco.
Fino a gennaio del 2015, non conoscevo nemmeno il nome di queste due citta’ che fanno una festa eramente simile. Sopratutto quello abruzzese, quanto tempo ci voleva per esser riuscita a pronunciare.
Comunque sono andata a vedere la festa particolare con un amico, la sera del 15.
Come venissero piccole onde successivamente, continuano tante coincidenze… ormai non saprei dire quale era la prima.
Per caso un mio amico ha scelto la festa delle farchie per mostrarmi la festa caratteristica abruzzese, per caso mi hanno trovata faresi che avevano appena visto un video della festa di Sukagawa, al comune di Sukagawa, per caso hanno ricevuto la mia telefonata le persone aperte e gentili quanto mi hanno offerto l’occasione dell’esposizione delle foto di Fara presso loro festa “Taimatsu Akashi”, e li’ per caso ho conosciuto alcuni a cui interessa l’amicizia con un paese lontano.
Queste piccole onde succedevano pian piano fino a novembre del 2015.
Poi cominciavano a unirsi una dopo l’altra, improvvisamente poi velocemente.
Dicembre, alla terza visita a Sukagawa ho visto una decina di “sukagawani” che sostengono la festa in qualche modo, e ai quali interessa personalmente la festa delle farchie a Fara.
Mi hanno fatta girare per la citta’ raccontando la storia e origine di “Taimatsu Akashi”, hanno organizzato di registrare due trasmissioni per presentare un paese “Fara Filiorum Petri” e la festa delle farchie, su cui abbiamo parlato la similitudine e la speranza per l’amicizia in futuro. “vorrei visitare Fara per il mio primo viaggio in estero” “vorrei partecipare alla preparazione” “non mi interessava l’Italia ma voglio andare a vedere questa festa, mi va anche un viaggio di 2 giorni.” dicono sukagawani.
Una pagina di facebook, l’ho aperta novembre, non e’ che tanti mettono commenti ne foto ma seguiti da piu’ di 150, ormai.
Gennaio, la terza visita a Fara, come posso dire, chi poteva immaginare l’aria piena dei pensieri per Sukagawa!
Anche se avevo gia’ contatti con alcuni tramite la pagina dell’amicizia su facebook, non immaginavo che ai cosi’ tanti interessi, ogni alcuni metri incontravo chi vuole conoscere la festa di Sukagawa, ogni volta che mostravo le foto di “Taimatsu Akashi”, sentivo stessa parola che avevo ascoltato a Sukagawa; “Ma dai, e’ la nostra” “Credevo che la nostra sia unica del mondo ma …” “forse loro hanno copiato” “No, ho letto, la fanno dai piu’ anni” “Cominciamo qualcosa buona” cosi’ via.
Anche il sindaco e il comune, mi ha offerto tanta occasione per presentare “Taimatsu Akashi” e per spiegare meglio della festa delle farchie ai “sukagawani”. Tanti hanno spiegato la storia, episodio, dato materiali, aiutato per realizzare l’esposizione delle foto di Taimatsu Akashi, mi hanno fatta partecipare alla diretta streaming del comune per commentare in giapponese per chi stavano insieme alla sala per seguirla a Sukagawa, invitata al convegno per spiegare Taimatsu Akashi. Una contrada mi ha fatta stare sulla farchia con bandiera di Giappone che avevano preparata per esprimere l’amicizia per Sukagawa, ecc.
Sull’altro articolo, ho scritto di “miracolo” di Sant’Antonio, oltre a quello nel 1799 contro esercito francese, continua a regalare ai faresi tramite preparare per la festa. Ma vorrei dire, sta cominciando ancora un nuovo “miracolo” tra paesi lontani. Chissa se non potranno esser aggiunte canne da lontana, quando stringeranno con rami di salice nel 2017.