Il DECUMANO di EXPO trasferito in ABRUZZO : una proposta concreta alla REGIONE ABRUZZO
|Chiediamo agli Abruzzesi di esprimere il loro parere e…. ai ns politici di crearne le condizioni per la ns idea.
Abbiamo visitato e torneremo a visitare l’EXPO 2015 a Milano. Quando siamo arrivati a Milano, nello scetticismo nazionale dell’ennesima Grande Opera, servita (a leggere o sentire i media) solo a facilitare ruberie e corruzione, siamo rimasti sorpresi o abbiamo voluto sorprenderci della “bellezza” e della “tecnologia” che è stata espressa da ciascun Paese partecipante nella realizzazione dei padiglioni.
Alcune opere, si sa, NON sono state completate per motivi che tralasciamo, visto l’ottica positiva che ci muove a tutti i costi. L’incompletezza talvolta non si intravvede neanche. E in certi casi non possiamo neanche testimoniare cosa sia stato terminato.
Durante la nostra visita, ci è piaciuto supporre che tutto fosse in realtà stato completato, sia esternamente che internamente. Con questo spirito abbiamo quindi cercato di valutare tutte le positività di tale Grande Impegno, posto da Paesi, Aziende, Professionisti, Operai nella realizzazione di un’exhibition che, pur non avendo più il fascino dello scorso secolo, mantiene ancora un respiro di carattere mondiale.
Ma noi, oggi, non vogliamo soffermarci su tutto ciò, ma su un aspetto che ci ha non sorpresi..di più.. sbigottiti. Ovvero apprendere che solo Palazzo Italia, opera affascinante, dovesse essere l’unico manufatto che sopravviverà dopo il 31 Ottobre 2015, data di chiusura ufficiale dell’EXPO 2015.
E’ così che ci siamo avventurati, come gli antichi Sanniti, (ex nemici nonchè vicini dei Romani), lungo il decumano, percorrendo i suoi 1,6 km cominciando a maturare la convinzione che NON fosse possibile azzerare il lavoro svolto, perchè i padiglioni che cominciavamo ad ammirare ci attraevano sempre più e anostro giudizio non avrebbero meritato di essere distrutti di lì a mesi. Pensavamo che la civiltà dei consumi non poteva supporre di creare strutture avveniristiche, belle e utili, solo per trattarle come pannolini usa & getta…o addirittura di gettare insieme ad essi anche il noto bambino.
Così la legge del mercato, ma soprattutto quello della speculazione sembra avere il sopravvento sulla logica del cittadino …Non è una novità..ma una soluzione a questo “spreco” ci doveva pur essere! Così abbiamo provato a immaginare se fosse stato previsto comunque un riuso di tanto denaro, di tanto sforzo e comunque di tali ottimi risultati…ma risposte negative!
Il caldo di questo luglio non ci permetteva di riflettere molto, ma almeno riuscivamo ad ammirare creazioni architettoniche, che, aldilà dei gusti e delle sensibilità, erano gradevoli al nostro palato.
Eravamo soddisfatti che tali opere non fossero state realizzate fuori dall’Italia, come troppe viste nei nostri viaggi all’estero, ma finalmente qui ..da noi…in Italia…magari a fianco di una ‘500.
C’è solo l’imbarazzo della scelta…vi assicuriamo!
In altri casi, a 40°C, file da 2h per visitare gli interni e gli spettacoli previsti dentro padiglioni asiatici.
Ma allora l’idea nonostante il caldo comincia a balenare ..quasi fosse un miraggio.
Milano…salva questi padiglioni!..tienili per il futuro!..ma forse Milano è troppo ricca..o forse troppi interessi noti o meno noti vogliono una tabula rasa per nuove costruzioni, che spacciandosi per nuovo PIL sotto la voce “growth” indica soltanto il perpetuarsi di interessi individuali o di lobbies e non la salvaguardia del bene comune.
E poi eccomi qui nel Padiglione degli Emirati Arabi (UAE), un altro pezzo della mia storia personale, e vengo colto da un primo sentimento: nel 1960 in quella terra c’era solo sabbia e i beduini erano un popolo orgoglioso che combatteva contro la natura. Erano i tempi in cui le loro donne partorivano sotto una tenda, magari di notte, attaccati da animali da cui le partorienti stesse dovevano difendersi lanciando torce di fuoco ..ed oggi? Ecco il loro padiglione: simulazione della sabbia in senso verticale, con una creazione di gole tali per cui si crea, grazie all’effetto Venturi, condizioni di fresco naturale ed all’interno tecnologia allo stato dell’arte…e tutto ciò non è solo petrolio!
Eureka!…ecco la luce ecco l’idea…ci viene nel padiglione della Cina!
Se Milano non vuole tutto ciò..bene ce li portiamo tutti in ABRUZZO!
Queste strutture ….attenzione! le strutture di EXPO’ 2015 originali..ricomposte all’ingresso d’ABRUZZO (AEROPORTO, STAZIONE, PORTO).
Immaginate di essere un turista in arrivo in una destinazione…la prima visione è importante; immaginate di prendere l’autostrada da Roma verso l’Abruzzo e di vedere all’arrivo, subito dopo il casello di PESCARA EST, lungo l’asse attrezzato una serie di strutture avveniristiche..quelle di Expò 2015..
quella sarebbe l’immagine, la prima immagine d’Abruzzo o di Pescara per un turista?
oppure pensate a un turista che arriva alla stazione di Pescara e cosa vede oggi?..e cosa vedrebbe invece con un mini-decumano fino alla NAVE di Cascella?
Queste strutture (ovviamente non tutte) potrebbero essere luoghi per una nuova FIERA PERMANENTE a PESCARA.
Ma le strutture potrebbero essere talmente tante da poter abbellire tanti luoghi, città abruzzesi.
Infine sarebbe un ottimo investimento per l’Abruzzo (solo re-installazione). Niente costi di progetto…costi di smaltimento già previsto.
Quindi ecco l’idea: PROPONIAMO l’ACQUISTO delle strutture EXPO e la loro installazione in ABRUZZO (es. ASSE ATTREZZATO a PESCARA)
Vogliamo i Vs commenti!
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