Flaiano festival, è la volta della “Famiglia Belier”
|Stefano Odoardi presenta il suo “Mancanza-Inferno
PESCARA . Giovedì 2 luglio tanti gli appuntamenti da non perdere al 42° Flaiano Film Festival al Multiplex Arca. Si comincia in Sala 5 con la gradevolissima commedia “La famiglia Belier” di Eric Lartigau per la rassegna dedicata ai ragazzi: Paula Bélier ha sedici anni e da altrettanti è interprete e voce della sua famiglia. Perché i Bélier, agricoltori della Normandia, sono sordi. Paula, che intende e parla, è il loro ponte col mondo: il medico, il veterinario, il sindaco e i clienti che al mercato acquistano i formaggi prodotti dalla loro azienda. Paula, divisa tra lavoro e liceo, scopre a scuola di avere una voce per andare lontano. Incoraggiata dal suo professore di musica, si iscrive al concorso canoro indetto da Radio France a Parigi. Indecisa sul da farsi, restare con la sua famiglia o seguire la sua vocazione, Paula cerca in segreto un compromesso impossibile. Ma con un talento esagerato e una famiglia (ir)ragionevole niente è davvero perduto. Campione di incassi in Francia e nella stagione appena passata, La famiglia Bélier è una commedia popolare che aggiorna con note e sorrisi il vecchio tema dell’adolescente alla ricerca di un’identità stabile. Sospeso tra focolare e autonomia, il nuovo film di Éric Lartigau ‘riorganizza’ una famiglia esuberante intorno a un’età per sua natura fragile e scostante. A incarnarla è il volto pieno e acerbo di Louane Emera, ex concorrente dell’edizione francese di The Voice, che presta voce e immediatezza a un personaggio in cerca di un posto nel mondo.
Alle ore 20,30 si prosegue con “La scelta” di Michele Placido, protagonisti Ambra Angiolini e Raoul Bova: una coppia che si ama e cerca da anni di mettere al mondo un figlio vede distrutta la propria intesa in seguito a un trauma: la donna subisce uno stupro e, qualche tempo dopo, scopre di essere incinta. È inevitabile entrare nel dettaglio degli eventi che accadono nella parte iniziale del film per approfondire i temi che verranno poi trattati, poiché il discorso da fare sull’undicesima regia di Michele Placido è complesso. Per molti versi La scelta è un film antistorico: basato sul testo teatrale “L’innesto”, che Luigi Pirandello propose al pubblico nel 1919, il film parla di maternità e di paternità in termini più comprensibili all’inizio del secolo scorso che nella contemporaneità. Poiché il dilemma centrale della storia è la capacità (o meno) dell’uomo di accettare un figlio che potrebbe non essere suo, entrano in gioco dinamiche che hanno a che fare con un senso primordiale dell’appartenenza biologica di un neonato al padre – giacché la madre è sempre certa, e di solito priva di dubbi sul suo ruolo – che sembrano appartenere ad un passato remoto.
Alle ore 22,45 la commedia francese “La moglie del cuoco” di Anne Le Ny: Marithé lavora in un centro di formazione e ricollocamento per adulti, ha un figlio ormai grande e per migliori amici il suo ex marito e la sua seconda moglie. Conosce Carole il giorno in cui si presenta alla sua scrivania dicendo di voler cambiare lavoro e di essere in cerca della propria vocazione. Eppure Carole è una donna ricca e fortunata, sposata ad uno chef stellato dal fascino contagioso, ma si sente ad un bivio ed è convinta che anche Marithé, senza saperlo, si trovi nella sua stessa situazione.
In Sala 4 alle ore 18,00 per il concorso italiano-MIBACT “Banana” di Andrea Jublin: Giovanni ha 14 anni ed è innamorato di Jessica, compagna di classe in odore di bocciatura. Nel ruolo di portiere della squadretta della scuola si è guadagnato il soprannome di Banana, per quel destro incapace di tirare in porta e forse anche per la mania di indossare dentro e fuori dal campetto la maglia gialloverde del Brasile. Perché per Banana la vita va vissuta “alla brasiliana”, ovvero con coraggio, determinazione, volontà di rischiare. Peccato che Banana si muova nell’Italia di oggi, in cui tutti hanno paura di sognare: compresi i genitori del ragazzo, che ormai non comunicano più, e la sorella Emma, bilaureata disposta a rinunciare ad un futuro di ricercatrice e all’uomo che ama, e che lei definisce un “fallito bipolare” perché lui non ci sta ad abbandonare i suoi principi.
Alle ore 20,30 sempre per il concorso italiano replica di “Senza nessuna pietà” di Michele Alhaique.
Alle ore 22,45 sarà presentato “Is the man who is tall happy? An animated conversation with Noam Chomsky di Michel Gondry: il regista Michel Gondry racconta e riporta alcune conversazioni avute con Noam Chomsky. Montando l’audio registrato dei suddetti incontri (sfociando solo raramente nel video) e utilizzando un sistema di disegno su lucidi animato con la consueta stop motion, le conversazioni sono illustrate assecondando la fantasia di Gondry come se fosse possibile guardare cosa accada nella sua testa mentre ascolta le parole di Chomsky.
In Sala 3 alle ore 18,00 omaggio ad Hitchcock con “Marnie” in versione restaurata: Marnie Edgar è una ladra professionista che si fa assumere con false referenze per poi derubare i suoi clienti e cambiare identità. Mark Rutland è il presidente di una società editrice di Philadelphia che assume la ragazza; la riconosce e nota la tendenza della giovane, ma invece di licenziarla decide di tenerla d’occhio. Basata sul romanzo di Winston Graham, la pellicola del maestro della suspense non ottiene grande successo commerciale, ma si contraddistingue dagli altri suoi lavori per l’approfondita analisi psicologica del personaggio principale. Marnie (Tippi Hedren) è infatti una cleptomane terrorizzata dal colore rosso; Mark (Sean Connery) si innamora di lei e cercherà di salvarla. I due attori consegnano al cinema un’interpretazione magnifica. Brividi sul finale, come da copione.
Alle ore 20,30 infine incontro con il regista Stefano Odoardi e a seguire proiezione del suo film “Mancanza-Inferno“: il film è la prima parte di una Trilogia che sarà completata dagli episodi su Purgatorio e Paradiso. Il titolo è legato all’essere umano e al vuoto che cerca di colmare. Dopo il successo al Festival Internazionale di Rotterdam, è stato ospite dal 3 al 12 ottobre del 58° Festival della Biennale Musica di Venezia del 2014. L’angelo che si aggira per la città è ispirato alle “Elegie Duinesi” di Rainer Maria Rilke.