La Madonna che scappa annuncia la Pasqua.
|Si rinnova la spettacolare celebrazione in piazza Garibaldi
SULMONA – Tra le numerosissime rappresentazioni della Passione e della Resurrezione di Cristo, che contraddistinguono i riti della tradizione religiosa abruzzese, la Madonna che scappa in piazza è di certo la manifestazione rituale più suggestiva e più conosciuta anche all’estero.
Tra i fitti rituali sulmonesi è quello più misterioso almeno riguardo alle origini. Se, per la stragrande maggioranza dei riti, ci si rifà alla tradizione spagnola, incerta è invece l’origine della Madonna che scappa, risalente di certo al XIX secolo come testimonia un dagherrotipo conservato dalla Confraternita della Madonna di Loreto che organizza e gestisce la sacra rappresentazione. Secondo alcune fonti, affonderebbe le sue radici al medioevo nientemeno.
Certo è che nella città delle due processioni del Venerdì Santo, si registrò per molti anni un doppio cerimoniale anche nel giorno di Pasqua. L’Arciconfraternita della SS. Trinità aveva la sua processione del Cristo Risorto, che percorreva la zona di competenza dell’Arconfraternita fino a piazza XX Settembre, e i Lauretani la Madonna che scappa e non sono mancate occasioni che le due processioni si incontrassero.
La cerimonia della Madonna che scappa ha inizio il sabato santo dalla chiesa di Santa Maria della Tomba, da dove i Lauretani vestiti di nero accompagnano con il caratteristico passo dello struscio la statua della Madonna anch’essa in nero nella chiesa di San Filippo Neri che si trova in fondo a piazza Garibaldi. Qui inizia la veglia che porterà alla cerimonia pasquale.
Nella mattinata di Pasqua il cerimoniale inizia con le statue di San Giovanni e San Pietro che, portate in processione dopo la messa del Vescovo alle 11 in Santa Maria della Tomba, si avvicinano alla porta della chiesa di San Filippo Neri. L’intento è di annunciare alla Madonna che suo figlio è risorto. Ci proverà per primo San Giovanni e poi San Pietro, giudicato dal popolo di Sulmona na ‘nzegna fauzone (un tantino falso dopo le tre abiure al processo a Gesù). Al secondo tentativo di San Giovanni, la Madonna crede nella resurrezione, il portone si apre e la madre di Cristo e le statue dei due apostoli si avviano con il passo dello struscio al centro della piazza nei pressi del fontanone in ferro battuto uscito dalla mano e dal martello degli artisti di Pescocostanzo. E’ il momento di maggior tensione della cerimonia.
La Madonna riconosce in lontananza la figura del Cristo Risorto e inizia la corsa. Con un complicato intreccio di fili, cadono il velo nero e il fazzoletto e la Madonna torna a rifulgere nella veste verde e oro sulla quale spicca una rosa rossa. Dodici colombi si librano in volo. Il meccanismo della caduta del velo e del fazzoletto è conosciuto alla confraternita dei Lauretani e alla famiglia d’Eramo che lo prepara a ogni Pasqua.
Dalla corsa della Madonna si traggono oviamente auspici per l’anno a venire, ogni intoppo contrattempo o addirittura caduta sono letti come forieri di disgrazia o di cattiva stagione per il raccolto. Le cadute del 1914 e del 1940 furono l’annuncio delle tristi e catastrofiche vicende belliche che ne seguirono. Una volta riunitesie le statue della Madonna e del Cristo Risorto tornano in processione insieme a quelle dei due apostoli nella chiesa di Santa Maria della Tomba. Le statue della Madonna e del Cristo restano esposte fino alla domenica successiva alla Pasqua, mentre i due apostoli vengono rimesse nelle cappelle.
Scopri la Madonna che Scappa con Abruzzolink