Collezione Renato Colantonio

Il Louvre che l’Abruzzo non vuole……….

 

Il suo è il Louvre d’Abruzzo, conservato tra le mura domestiche. Una straordinaria collezione di capolavori: più di 500 opere di 26 maestri vissuti fra Ottocento e primo Novecento, tutti nati nella terra forte e gentile, accatastati in ogni stanza della casa. Una folgorante bellezza. E un grande rammarico: non avere dato sistemazione museale alla sua raccolta, che presto o tardi finirà dispersa sui mercati dell’arte. A meno che non accada il miracolo. E cioè che gli amministratori della regione prendano in considerazione la disponibilità di Renato Colantonio a donare la collezione, affinché diventi patrimonio culturale di tutti.

Autoritratto Michetti

Autoritratto Michetti

Colantonio è un personaggio eclettico. Chinesiologo di fama, accanto all’attività medica negli ultimi 45 anni ha coltivato la passione per l’arte. E per la sua terra, lui che è originario di Loreto Aprutino e abita a Pescara. Collezionista compulsivo e benemerito accumulatore seriale, ha messo insieme una pinacoteca colossale. Annovera opere di artisti abruzzesi come Francesco Paolo Michetti, Teofilo Patini, Pasquale e Raffaello Celommi, Gabriele Smargiassi, Nicola e Francesco Paolo Palizzi, Alfonso Muzii, Costantino Barbella. Nonché di Basilio Cascella e dei figli Tommaso e Michele.

Tradizione, contadini, processioni, riti, superstizione: il meglio del verismo pittorico. Un’indagine della Provincia di Pescara, affidata nel 2006 agli esperti del Museo delle Genti d’Abruzzo, ha permesso all’epoca la catalogazione delle opere. Ne furono censite 458 di 25 autori abruzzesi: ben 194 del solo Francesco Paolo Michetti, uno dei più geniali artisti del secondo Ottocento.

Si badi bene: questa raccolta tutto è fuorché regionale. Il suo respiro è nazionale, addirittura europeo. Ce lo ricorda la lezione di Benedetto Croce. E del resto lo scrittore Giovanni Papini, nel Dizionario dell’omo selvatico, ricordava nel ’23 come, all’inizio del secolo scorso, la cultura italiana fosse permeata di profonda abruzzesità.

Colantonio, come è iniziata la sua passione per l’arte?

<La folgorazione avvenne nel 1975. Con mia moglie Teresa De Patre acquistai dall’antiquario Emidio Magazeni di Giulianova un’incantevole marina di Raffaello Celommi. Rimasi incantato da quel piccolo dipinto: fu l’inizio di una caccia al tesoro>.

Michetti : La Pastorella

Michetti : La Pastorella

Dove ha trovato tanti quadri di artisti dell’Ottocento abruzzese?

<Non ho quasi mai frequentato i mercati antiquari o le aste, dove si possono incontrare dei falsi. Considero garazia di autenticità la certezza della provenienza di un dipinto. La mia raccolta è frutto, per la maggior parte, della dismissione di noti collezionisti privati, tra le cui mura avite sono state gelosamente custodite le opere>.

Qualche esempio?

<Alcuni dipinti di Pasquale e Raffaello Celommi provengono dalla raccolta del dottor Ugo Madrigale, stimato medico di Pescara Portanuova. Altri, tra cui il celebre “Dietro la tenda”, li ho acquistati direttamente da Luigi Celommi, nipote dell’artista. Le opere di Michetti appartenevano alle collezioni di Francesco Zippo di Francavilla al Mare, monsignor Antonio Trotta di Ortona, agli eredi di Paolo De Cecco e alla famiglia dell’avvocato Alfonso Schiera senior di Castiglione a Casauria. Altro materiale, soprattutto studi, tempere e opere dell’ultimo periodo di Michetti, vengono dalla raccolta del dottor Beppe D’Ortona di Francavilla al Mare, a lungo segretario della Fondazione intitolata al maestro. Dalla collezione Ugo Madrigale provengono, inoltre, molti dipinti di Tommaso e Michele Cascella.

Renato Colantonio ritratto con una delle opere della raccolta

Renato Colantonio ritratto con una delle opere della raccolta

Come è arrivato alla decisione di donare la raccolta?

<Sono stato colpito dal gesto del professor Raffaele Paparella-Treccia, che mi onorava della sua amicizia. Nel 1997 ha donato la sua preziosa collezione di ceramiche antiche di Castelli al comune di Pescara. Ora è visibile a tutti nello splendido Villino Urania>.

Quali personalità hanno esaminato le sue opere?

La lista è lunghissima, faccio alcuni nomi. Roberto Di Paola, ex direttore regionale dei Beni Culturali d’Abruzzo, Lucia Arbace, soprintendente ai musei abruzzesi, Gianfranco Graziani di Bologna, docente universitario di Economia dell’arte. E ancora Massimo Luca Dazio, presidente Regione Abruzzo del Fai, Lucrezio Paolini, ex vice presidente vicario della Regione, Leandro Di Donato, funzionario teramano della Soprintendenza alle Belle Arti, Gabriele Marcellini, assessore al Comune di Civitella del Tronto, Nicola Mattoscio, all’epoca presidente della fondazione Pescarabruzzo, il senatore Luciano D’Alfonso, l’onorevole Maurizio Acerbo, Aurelio Giammoretti, all’epoca consigliere della Provincia, Filippo Pasquali, ex presidente del consiglio provinciale. Aggiungo Paola Marchegiani, allora assessore alla Cultura al comune di Pescara>.

E i critici?

<E’ venuto da me Mariano Cipollini, curatore del rinnovato Museo Cascella. E poi Stefano Papetti e Floriano De Santi. Oltre al professor Antonio Gasbarrini che ha redatto uno saggio sulla raccolta, frutto di studi approfonditi>.

Michetti :Ritratto D'Annunzio

Michetti :Ritratto D’Annunzio

Anche Vittorio Sgarbi ha bussato alla sua porta?

<Certo. Nel 2004 presentò una mostra di 15 opere di Michetti provenienti dalla collezione, tenuta nella casa natale del pittore a Tocco a Casauria. Ha definito la mia raccolta una delle più complete d’Abruzzo>.

Ha ricevuto proposte concrete di donazione?

<Due volte sono stato sul punto di procedere. La prima con l’ex sindaco di Francavilla al Mare, Roberto Angelucci, che nel 2001 venne a visitare la collezione. Manifestò grande interesse all’acquisizione, sollecitando un atto notarile. Poi improvvisamente il silenzio>.

La seconda volta?

<Fu nel 2005. L’onorevole Gianni Melilla, all’epoca presidente del consiglio comunale di Pescara, vide le opere più volte. Nell’ultima occasione, dichiarò pubblicamente che avrebbe proposto l’acquisizione entro tre mesi per la realizzazione di un museo a Pescara. Anche quella volta però agli annunci non seguirono i fatti, né tantomeno spiegazioni>.

A che cosa è dovuto il disinteresse degli amministratori davanti a un’offerta così generosa?

<Me lo sono chiesto a lungo. Finché qualcuno mi ha riferito che alcuni personaggi del mondo dell’arte, in forma anonima e senza prove, avevano sparso la voce che nella raccolta c’erano opere non autentiche. Una perfida calunnia che sono pronto a smontare facilmente. Ero e sono a disposizione di ogni accertamento fatto da qualunque esperto: la bellezza non si può falsificare>.

 

Massimo Cutò