“L’amore bugiardo” al Flaiano Festival
|Torna Greenaway con “Eisenstein in Messico”
PESCARA – Venerdì 3 luglio la programmazione del Flaiano Film Festival si apre al Multiplex Arca in Sala 5 alle ore 18,00 con “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores: Michele è un adolescente e vive a Trieste con la mamma Giovanna, poliziotta single (“Non zitella!”) da quando il marito, anche lui poliziotto, è venuto a mancare. A scuola i bulletti della classe, Ivan e Brando, lo tiranneggiano e la ragazza di cui è innamorato, Stella, sembra non accorgersi di lui. Ma un giorno Michele scopre di avere un potere, anzi, un superpotere: quello di diventare invisibile. Sarà solo la prima di una serie di scoperte strabilianti che cambieranno la vita a lui e a tutti quelli che lo circondano. Gabriele Salvatores compie un altro salto nel vuoto cimentandosi con un film di genere nel genere: una storia di supereroi all’interno di un film per ragazzi, filone supremamente (e inspiegabilmente) trascurato in Italia. Quello di Michele è un classico viaggio di formazione che pone al pubblico, snocciolandole una dopo l’altra all’interno di una narrazione fluida e coesa, le grandi domande di chi si affaccia all’età adulta (e che continuano a riguardare anche il mondo dei “grandi”). Chi siamo? Di chi possiamo fidarci? A chi dobbiamo dare ascolto? Di chi (o che cosa) siamo figli? La nostra famiglia di elezione coincide con quella biologica? Quali sono i nostri veri talenti e come possiamo usarli in modo consapevole?
Alle ore 20,00 prosegue con “L’amore bugiardo-Gone Girl” di David Fincher: Amy e Nick sono sposati da cinque anni. Belli, colti e ammirati, hanno lasciato New York per la provincia, dove la loro relazione languisce e l’ostilità cresce. Dietro di loro la crisi economica che ha messo in ginocchio l’America e interrotto le loro carriere, davanti a loro nuvole nere che minacciano tempesta e guai, grossi guai. Licenziati dalle rispettive redazioni e dalle rispettive ambizioni, Amy e Nick provano a ricostruirsi una vita nel Missouri. Casalinga annoiata e paranoica lei, proprietario di un bar che chiama The Bar lui, la coppia scoppia il giorno del loro quinto anniversario. Amy scompare senza lasciare tracce, se non il suo sangue versato e ripulito in cucina, un tavolo rovesciato in salotto, un diario che non tarderà a essere ritrovato e un marito apatico che fatica a realizzare la sua condizione. Perché i vicini, i media, la polizia e tutti quelli che lo stanno a guardare sono davvero convinti che sia stato lui ad uccidere Amy.
Alle ore 22,45 propone “Sarà il mio tipo” del francese Lucas Belvaux: professore di filosofia, scrittore engage e amante volubile, Clément Le Guern è trasferito da Parigi a Arras, un piccolo centro a nord della Francia dove alloggia in un hotel e patisce il suo esilio. Annoiato dalla vita di provincia trova interesse e soddisfazione in Jennifer, bionda e vivace parrucchiera che adora i film con Jennifer Aniston e alleva un figlio da sola. Separata e in cerca del vero amore, Jennifer si innamora profondamente di Clément, che cita Kant e pratica il cinismo sentimentale. Tra un libro di Anna Gavalda e un romanzo di Émile Zola, il professore e la parrucchiera sembrano intendersi e capirsi sotto le lenzuola. Ma fuori dal letto e alla luce del sole, Jennifer comprende che il suo bisogno di amare, la sua voglia di amare e il suo amore per Clément vengono inesorabilmente frustrati dalla barriera culturale e sociale che l’uomo ha alzato tra loro.
In Sala 4 alle ore 18,00 per il concorso italiano Valeria Solarino (che riceverà il Pegaso d’oro domenica 12 luglio a pescara) è la protagonista di “La terra dei santi” di Fernando Muraca: Calabria, oggi. Caterina è la moglie del boss ‘ndranghetista Alfredo e ha allevato il loro figlio Pasquale per un futuro di capomafia. Assunta, sorella minore di Caterina, ha già perso il marito, ucciso nella guerra fra bande, e vede il figlio Giuseppe incamminarsi sulla stessa strada. Vittoria, magistrato contro la ‘ndrangheta, cerca di infrangere il muro di omertà che lega i componenti della famiglia a protezione del potere incontrastato di Alfredo. E quando Nando, neomarito di Assunta, viene arrestato, Vittoria intravede la sua occasione. Lungometraggio di esordio di Fernando Muraca, La terra dei santi è basato sul romanzo Il cielo a metà con cui Monica Zapelli, già sceneggiatrice de I cento passi, fa il suo debutto nella letteratura. L’adattamento cinematografico ha molti aspetti positivi e qualche ingenuità: in positivo ci sono una struttura narrativa forte, ottime interpretazioni da parte di tutto il cast, con una sorprendente Lorenza Indovina nei panni di Caterina, una fotografia livida e fortemente contrastata che sottolinea le divisioni in bianco e nero fra legalità e crimine, fra maschi e femmine, fra codici d’onore personali e regole della società, quella mafiosa come quella civile. Ottima la regia in alcune brevi scene d’azione che si ispirano più al western che al mafia movie, e azzeccata la durata contenuta del film, che si interrompe al momento giusto.
Alle ore 20,30 replica di “Banana” di Andrea Jublin sempre per i film in concorso.
Alle ore 22,45 sarà proiettato “Citizenfour” di Laura Poitras: Hotel Mira di Hong Kong (Cina): rintanato in una delle stanze c’è il contractor della NSA (National Security Agency) Edward Snowden le cui rivelazioni di lì a poco rimbalzeranno tra i media planetari. È il giugno 2013, Snowden ha 29 anni e una consapevolezza impressionante della gravità delle informazioni di cui è in possesso. L’incontro con la macchina da presa della regista Laura Poitras, alla presenza dei giornalisti Glenn Greenwald e Ewen McAskill, dura otto pericolosissimi giorni. Citizenfour è l’alias con cui Snowden – tramite messaggi criptati ha contattato Greenwald e la Poitras (a gennaio dello stesso anno), dopo aver identificato lei come persona interessata ai fatti e averne verificato l’affidabilità.
In Sala 3 alle ore 18,00 è la volta di Peter Greenaway e del suo “Eisenstein in Messico“: 1931. Sergej Ejzenstejn si trova al vertice della sua carriera artistica. Decide di recarsi in Messico dove girerà Que Viva Mexico! con cui intende celebrare la rivoluzione del 1911 che sente come la più vicina a quella russa. Da poco respinto dal cinema hollywoodiano e con il regime sovietico che vorrebbe un suo rapido rientro in patria, Eisenstein raggiunge la città di Guanajuato. A fargli da accompagnatore è Palomino Cañedo grazie al quale scoprirà molte cose sul Messico, ma anche su se stesso e sulla propria sessualità. Saranno dieci giorni che cambieranno per sempre la sua vita.
Alle ore 20,30 “Frank” di Lenny Abrahamson: John è un mesto impiegato che scrive canzoni e insegue il sogno di diventare un musicista. Un giorno per puro caso assiste al tentato suicidio del tastierista dei Soronprfbs e si trova a sostituirlo in concerto la sera stessa. Nonostante l’esito della serata sia catastrofico, John entra nel gruppo e si unisce a loro per registrare un album. Quasi ogni membro della band ha avuto problemi psichici, a partire dal leader, Frank, che da anni ha le fattezze coperte da una testa gigante di cartapesta. A poco a poco Jon diventa amico di Frank e cerca di carpire il segreto della sua creatività.
Infine alle ore 22,45 in versione restaurata “Staying Alive” di Sylvester Stallone con John Travolta: seguito della Febbre del sabato sera. Tony Manero (Travolta) dopo esser stato il divetto delle balere di Brooklyn, vuole essere un divo sul serio nei musical a Broadway. Comincia come ballerino di fila, ma quando il protagonista dello show viene protestato, si fa avanti, ottiene la parte e, contro le previsioni di tutti, ha un grande successo alla “prima”.