Li chiamavano pifferari.

Zampognari mito pastorale d’Abruzzo Abruzzo.

‘I pifferari scendono dalle selvagge montagne degli Abruzzi per suonare i loro rustici strumenti dinnanzi alle immagini della Madonna. Vestono un’ampia cappa di panno scuro e portano il cappello a punta come i briganti’
Hector Berlioz

This is how Hector Berlioz in ‘800 describes the zampognari from Abruzzo.

Pifferari era il nome che i viaggiatore stranieri nell’800 davano agli zampognari d’Abruzzo. Antonio Bini nel suo bel libro scritto per D’Abruzzo – Edizioni Menabò traccia la loro presenza in Abruzzo nel ‘700 e ‘800 ricorrendo agli scritti e alle immagini d’epoca che viaggiatori famosi ci hanno lasciato. Nel libro troverete anche trascizioni della musica degli zampognari, in gran parte andata perduta perche’ gli stessi erano analfabeti.
Antonio Bini “LI CHIAMAVANO PIFFERARI” published by D’Abruzzo – Edizioni Menabò

 

In occasione del 100° numero della rivista D’Abruzzo, le Zampogne d’Abruzzo eseguono ad Ortona (CH) due brani. Il primo è tratto dall’opera n. 16 “L’Aroldo in Italia” di H. Berlioz, 3° movimento “Serenata di un montanaro degli Abruzzi alla sua donna”, Il secondo è un brano composto dal maestro Xuaco Amieva dal titolo Marcha de Brañes, originariamente interpretato dalle “gaitas” asturiane. Le trascrizioni sono state a cura di Antonello Di Matteo. I musicisti impegnati nel concerto sono lo stesso Antonello di Matteo con Massimiliano Mezzadonna, Andrea Silvestri e Errico Angelini.

 

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