Sulmona e le due processioni del Venerdì Santo,
|I riti della Settimana Santa e il ruolo delle Confraternite.
SULMONA – Tra i riti della Settimana Santa, quelli che si svolgono a Sulmona sono fra i più antichi e partecipati. Merito delle due confraternite: i Lauretani e i Trinitari, che danno vita a due distinte processioni per il Venerdì Santo.
L’Arciconfraternita della Santissima Trinità _ a detta dell’antropologa Maria Concetta Nicolai, autrice del libro “Abruzzo 150 antiche feste” edito da Menabò di recente, ma già in via di revisione dall’editore Gaetano Basti, notissimo intellettuale abruzzese per l’impegno che da moltissimi anni profonde nella rivista D’Abruzzo _ «si ha memoria già dal 1320 quando i suoi soldati contribuirono alla costruzione della Santa Casa dell’Annunziata». La loro sede si trova «nell’omonimo oratorio barocco in corso Ovidio». Indossano un saio rosso cremisi, fin dalla fondazione si è occupata del soccorso ai pellegrini e poi ha aderito al verbo di San Filippo Neri, dando «il suffragio all’anima dei defunti».
La Confraternita della Madonna di Loreto affonda le sue origini all’epoca di Celestino V. Notizie certe ci arrivano dal XVII secolo attraverso documenti salvati al rovinoso terremoto dei Seicento. La chiesa di Santa Maria della Tomba è la loro sede. Portano saio bianco con mozzetta e cordolo verdi.
Nel pomeriggio del Venerdì Santo, i Lauretani _ scrive la Niccolai: «compiono una breve ma partecipata processione che uscedo da Santa Maria della Tomba accompagnata dalle note del Miserere per quattro voci e basso (1765) di Michelangelo Vella, percorre il borgo circostante fino a piazza Garibaldi per poi ritornare in chiesa».
A questo punto, inizano i preparativi, da parte dei confratelli, per partecipare alla processione delle 20 organizzara dai Trinitari.
Questo cerimoniale è contraddistinto dal caratteristico passo ondeggiante dei partecipanti che dovrebbe rappresentare lo sforzo di camminare portando delle pesanti catente come penitenza. Questo passo, che rappresenta forse il momento più spettacolare della processione sulmonese si chiama Struscio.
Giunti davanti alla Chiesa di Santa maria della Tomba si uniscono i rappresentanti dell’altra confraternita e si procede verso piazza Garibaldi. Superati gli archi dell’Acquedotto, i Trinitari cedono con un preciso cerimoniale la statua del Cristo Morto e dell’Addolorata che sfileranno nel quartiere di competenza dei Laureatani. Infine, i Trinitari, ripresi i propri simulacri, rientrano nella propria chiesa a notte fonda.
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