Pittori danesi in Abruzzo
|“Il catastrofico terremoto che colpì l’Abruzzo nell’inverno del 1915, e ancor più drammaticamente la Marsica, rappresenta ancor oggi uno degli eventi più tragici avvenuti in Italia nel corso del ‘900.
L’evento provocò circa trentamila morti, la distruzione di Avezzano e di tanti altri paesi, cancellando chiese, palazzi, testimonianze storiche, distruggendo la fragile economia locale e portando alla disperazione intere comunità. E furono in tanti quelli che negli anni successivi presero la via amara dell’emigrazione, abbandonando per sempre la propria terra.”
Così inizia la riedizione italiana di “CIVITA d’ANTINO” di Johannes Jorgensen, a cura di Antonio Bini, che intende ricordare il terremoto ad un secolo (1915-2015) di distanza da quel terribile inverno…ma che contribuisce in maniera semplice ma efficace e realistica alla riscoperta di un’affascinante storia, ignota e dimenticata ai più:
la STORIA dei PITTORI SCANDINAVI a CIVITA d’ANTINO.
Ho iniziato a leggerlo prima di andare a letto, come molti lettori usano fare talvolta per prender sonno, e invece l’ho terminato in un sol sorso di ingorda voglia di sapere e di conoscenza. Infatti accanto al realismo e al crudele destino delle immagini del terremoto descritte da Johannes Jorgensen nasce il desiderio di conoscere “Zahrtmann e la sua scuola” e poi visitare “il cimitero Napoleonico” di Civita D’Antino.
Antonio Bini ci ricorda che “tra le tante conseguenze distruttrici del terremoto si colloca la singolare storia di Civita d’Antino, in quegli anni all’apice della notorietà nei paesi scandinavi… luogo di ispirazione per tanti artisti danesi (Skovgaard), norvegesi (Kroyer) e svedesi (Trulson) una vera e propria scuola di artisti sostanzialmente fondata da Kristian Zahrtmann che scopre questa ingenua cittadina abruzzese nel lontano 1883.
Ben presto il paese diviene non solo un posto di villeggiatura ma di vero cenacolo artistico nella locanda Cerroni …e non solo, coinvolgendo altre famiglie del luogo nella tipica ospitalità delle genti abruzzesi.
C’è fra questi chi, tornato in Italia nel 1911, si ferma a Civita d’Antino fino alla sua morte. E’ Anders Trulson, giovane pittore svedese. Le ricerche della sua tomba porteranno a scoprire il vecchio cimitero abbandonato di Civita d’Antino, un’opera assai singolare, pressoché unica nella storia dell’architettura cimiteriale: il “cimitero Napoleonico”
Non mi va di dire di più, ma non perché non voglia o non possa.. ma è per non toglierVi il piacere di leggere questo breve ma intenso libricino e soprattutto per darVi la possibilità di andare a riscoprire Civita d’Antino e quei luoghi che illustri non abruzzesi hanno così amato… e noi così dimenticato!
Civita d’Antino di Johannes Jorgensen – Edizione italiana a cura di Antonio Bini –D’Abruzzo Edizioni MENABO’.