Il Volo, ritorno al futuro sotto l’ombrello alla Feltrinelli di Pescara

Neppure la pioggia e l’ingresso su prenotazione frena i fans.

PESCARA – Già dure ore prima dall’ora fatidica (le 17,30) si presentavano così via Milano e via Trento. Il tempio dei libri e della buona lettura per un pomeriggio si è trasformato in qualcosa più vicino alla discoteca e al teatro che a casa dei libri. I libri, merce poco ricercata. I tre tenorini del Volo invece con le loro voci potenti e il loro repertorio evergreen hanno definitivamente sfondato anche in Italia dopo gli exploit in Australia, Nord e Sud America. Un fenomeno mondiale che ha lasciato il sigillo anche al festival di Sanremo. Il tempio della canzone popolare ha tributato il giusto riconoscimento a Piero Barone, Ignazio Boschetto e al rosetano Gianluca Ginoble che sul palco dell’Ariston fra le lacrime di commozione ha festeggiato i 20 anni. Il vero interrogativo è perché hanno conquistato il successo, a parte la bravura di Tony Renis e dell’apparato che ha costruito anno dopo anno il successo del trio: dalle esibizione in “Ti lascio una canzone” di Antonella Clerici al concerto negli States insieme a Barbra Streisand. Da anni, specie nella musica (ci sono autevoli pareri al riguardo: come “Retromania” di Simon Reynolds) c’è il recupero del passato, una vera ossessione che potremmo chiamare memoria vintage: scrittori, architetti, musicisti e registi lavorano con la testa rivolta all’indietro. Stili e forme del passato tornano a risplendere. Il Volo è il miglior esempio in questo senso _ spettro di passato proiettato nel futuro _  hanno un repertorio tra i più classici della musica italiana e si sa che il melodramma è uno dei nostri migliori biglietti da visita. E soprattutto sono giovani e si rapportano co il pubblico che carica la musica dai social networks. L’essenza del Volo dunque? Dopo la 500, la Mini e il Maggiolino torna la voglia di bel canto in un mix che lo rende nuovo e a la page con i tempi. Ma di nuovo nuovo il passato non riesce più a fornirci niente? Una cosa ce la invia: le scarpe autoallaccianti che Michael J. Fox indossava il “Ritorno al futuro II”. Era il 2015 e ora la Nike mantiene la promessa. Chi l’ha detto che il passato è sinonimo di ammuffito e già visto?